La famiglia Wilson, composta da marito, moglie e due figli adolescenti, decide di trascorrere un breve periodo di villeggiatura in California. Durante una gita in spiaggia, Adelaide, la madre, inizia a notare strani accadimenti e a provare un costante senso di disagio. La sera, tornati a casa, i Wilson vedono le sagome di quattro figure vestite di rosso che si tengono per mano sul loro vialetto…

Esploso con il clamoroso Get Out, film di grande successo commerciale e piaciuto anche i critici (molto apprezzato anche dalle nostre parti), Jordan Peele era atteso dalla prova più difficile, perchè, si sa, il secondo film è sempre più ostico del primo e una volta raggiunto il successo, la vera sfida è conservarlo. Noi(Us), da questo punto di vista è un successo, perchè pur mantenendo alcuni dei tratti distintivi di Get Out, in primis il gusto per il colpo di scena e per la satira sociale, riesce a brillare di luce propria senza apparire come un mero copia-incolla. Anzi, Noi è molto più “horror” del precedente, la tensione si taglia col coltello, non c’è un sidekick comico per il protagonista (qui lo è tutta la famiglia, anche se il personaggio della madre, interpretato da Lupita Nyong’o, spicca nettamente sugli altri componenti) ed il ritmo è molto più frenetico e agitato rispetto al predecessore. Tuttavia, alcune scelte di Peele (più di sceneggiatura che di regia) potrebbero far storcere il naso ai più precisini.

Per godersi appieno Noi, è infatti necessario stare al gioco ideato da Peele, non farsi troppe domande, nè cercare a tutti i costi un nesso causa-effetto rispetto a quello che si vede sullo schermo. Se siete tra coloro che vogliono una giustificazione razionale al comportamento dei personaggi e che credono che per andare dal punto A al B serva sempre e solo una linea retta, allora Noi non fa per voi (scusate il gioco di parole). Specie nel finale, il film vira decisamente sull’assurdo, trasformandosi in un episodio de Ai Confini della Realtà (di cui Peele curerà il reboot ed effettivamente Noi sembra quasi un’anticipazione della serie), con un totale ribaltamento del punto di vista fino ad allora seguito e una “spiegazione” totalmente fuori di testa e decisamente in-credibile, che da un lato stupisce e sorprende, ma dall’altro lascia allo spettatore più domande che risposte.

Peele con Noi elabora un curioso e originale pastone dove si mescolano elementi presi da Shining, Funny Games e Moonlight: il regista e sceneggiatore ha sostenuto che il film parla dell’America odierna ed effettivamente molte delle metafore proposte dalla storia, che inizia però negli anni ’80 (passaggio che è oramai quasi obbligato per qualsiasi serie o lungometraggio recente), ben si adattano al caos politico, sociale ed etico degli States di questi anni (e del mondo intero, a ben vedere).

La regia è convincente, una naturale evoluzione di quanto visto in Get Out, ma molto più horrorifica del predecessore: in certi momenti sembra di assistere ad uno slasher di ottima fattura, i tempi morti sono ridotti all’osso e l’unico palese difetto del film è quello di sprecare completamente il talento di Elisabeth Moss, la cui presenza (con relativa famiglia) è ridotto a poco più di un cameo.
Noi è quindi un horror in piena regola: elegante e accurato nella forma, brutale e selvaggio nella sostanza, che funziona alla grande sotto praticamente ogni aspetto, anche se richiede la piena accettazione delle regole del gioco. Se ci state…



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Andrea Chirichelli

Classe '73. Giornalista da tre anni, ha offerto il suo talento a riviste quali Wired, Metro, Capital, Traveller, Jack, Colonne Sonore, Game Republic e a decine di siti che ovviamente lo hanno evitato con anguillesca agilità. Ha in forte antipatia i fancazzisti, i politici, i medici, i giornalisti e soprattutto quelli che gli chiedono foto.

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